Questo articolo è parte di un Dossier sulla Leggerezza, pubblicato dalla rivista Mosaico di Pace
“Tutti abbiamo bisogno di meditare, di riflettere, di ritrovare noi stessi, è una dinamica umana. Soprattutto nel vorace mondo occidentale si cerca la meditazione perché essa rappresenta un argine elevato contro lo stress quotidiano e il vuoto che ovunque dilaga. Meditare è dunque un bisogno di tutti. Meditare, per così dire, assomiglierebbe a fermarsi e fare un respiro nella vita. (…)”
Papa Francesco
Respiro. Dentro e fuori. Inspirazione, espirazione. Semplice e naturale come l’essenziale. Non possiamo fare a meno di respirare eppure lo facciamo senza accorgercene e con poca presenza mentale. In questi due anni di pandemia, ci ha accompagnati la mancanza di fiato, di respiro, di ossigeno che ha portato alla morte tante persone. È quando manca il respiro che diventiamo coscienti della sua importanza per la nostra vita.
Sono tante le scuole di meditazione e corsi di mindfulness che, con diversi approcci, ci invitano a ‘tornare al respiro’.
Provate a fermarvi un momento e, semplicemente, essere consapevoli del vostro respiro. Non è immediato, ci vuole qualche secondo per ‘entrare dentro’. Ci vuole esercizio, alcuni la chiamano disciplina. Ma questo non deve spaventarci: in palestra rafforziamo i muscoli, con la meditazione educhiamo la mente e il cuore.
Il respiro e le scuole di meditazione
Le forme di meditazione sono tante. Chi sta leggendo è, magari, un discepolo di una di queste o una persona già assidua a sedersi in silenzio. Un elemento che è in comune a quasi tutte è proprio il respiro. Tornare al respiro è la pre-condizione per ulteriori passaggi di coscienza e la porta per entrare nella nostra anima e ascoltarci profondamente.
Non è un esercizio intellettuale. Anzi, l’invito è proprio allentare il controllo della mente perché si attivino altre dimensioni della nostra persona.
Meditare può aiutare a nutrire l’integrazione della nostra persona; ci accompagna oltre la dualità alla quale, soprattutto in alcune parti del mondo, siamo abituati, come se fosse un bias che si attiva nella nostra quotidianità come una ‘risposta automatica’.
Nella tradizione cristiana il respiro è il vento, l’alito di Dio, la Ruaj. La Ruaj è una parola femminile per dire, appunto, Spirito. Interessante come una cosa così essenziale come il respiro sia anche così ineffabile, leggera.