L’impegno e lo studio dei cattolici per la nonviolenza
Chi di noi non ha pronunciato la parola Pace negli ultimi mesi? Non mi riferisco solo alle vicine (per l’Europa) guerre in Ucraina e in Terra Santa, ma a un clima di aggressione e violenza che abita i nostri cuori, le nostre famiglie (religiose e non), le nostre società.
Questa riflessione vorrebbe sdoganare la nonviolenza dallo spazio settario che, spesso, le abbiamo lasciato, confondendola con debolezza, arrendevolezza, passività, ingenuità.
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Un invito a disarmare la comunicazione, le parole e il linguaggio; così come la postura fisica e la comunicazione paraverbale e non verbale; a curare l’estetica del nostro linguaggio: non si tratta solo di non usare termini offensivi e volgari, ma scegliere parole che aprono cammini e che construiscono ponti tra le persone. Parole che sanno dire la gratitudine per la bellezza delle persone, così come esprimere il nostro dissenso con morbidezza. Siamo invitati anche a usare parole compassionevoli con noi stesse/i, a trattarci con amore e compassione.
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