“Cercare di praticare una comunicazione che sappia risanare le ferite della nostra umanità.” Papa Francesco
Oggi è uscito il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata delle Comunicazioni Sociali 2025. Il tema è “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”.
Con la mitezza ci invita a regolare il tono, il ritmo e il contenuto della nostra comunicazione.
Ci restituisce un’attitudine che sembra essere scomparsa dalla scena micro e macro-sociale: la nonviolenza.
Abbiamo introiettato un modello di relazione che ruota intorno ai concetti di: amico-nemico, io-tu/noi-voi, alleato-antagonista, vinco io e perdi tu. Per costruire la pace e nutrire la speranza è necessario disimparare questo bias scritto dentro di noi e apprendere un modello positivo, dove da un conflitto o una tensione non deve per forza uscire un vincitore e un perdente. Attraverso la negoziazione creativa, a livello interpersonale come quello politico, si può arrivare a soluzioni che rendano tutte le parti appagate, soddisfatte, trasformate e migliori di prima.
“Sembra allora che individuare un “nemico” contro cui scagliarsi verbalmente sia indispensabile per affermare sé stessi. E quando l’altro diventa “nemico”, quando si oscurano il suo volto e la sua dignità per schernirlo e deriderlo, viene meno anche la possibilità di generare speranza.”
La nonviolenza non nega il dolore, la rabbia e la ferita che una comunicazione violenta può provocare. Queste emozioni sono benedette perché ci dicono quanto teniamo e amiamo ciò che c’è in gioco.
Ciò che la mitezza non contempla è la violenza: sminuire, umiliare, eliminare, annientare, annullare l’altr*.
“La comunicazione dei cristiani – ma direi anche la comunicazione in generale – dovrebbe essere intessuta di mitezza, di prossimità: lo stile dei compagni di strada, seguendo il più grande Comunicatore di tutti i tempi, Gesù di Nazaret, che lungo la strada dialogava con i due discepoli di Emmaus facendo ardere il loro cuore per come interpretava gli avvenimenti alla luce delle Scritture.”
Ti auguro di sperimentare una comunicazione che dica speranza e che generi nuova vita, dentro e interno a noi.
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